Spilla vittoriana con granati

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Imponente spilla vittoriana in oro a bassa caratura sbalzato e cesellato con granati.
Se la caratteristica più evidente di questa spilla sono le dimensioni (cm.6,3×5), ad uno sguardo più attento balzano all’occhio la lavorazione accuratissima e l’attenzione ad ogni particolare.
La gioielleria della seconda metà del sec.XIX ha elementi comuni in tutta Europa, ma assume nomi diversi nei vari Paesi.
In Italia viene genericamente definita “borbonica”, un po’ perché nel Sud Italia era più diffusa una certa gioielleria popolare, un po’ per convenzione. Si tratta comunque sempre di gioielli realizzati in lamine d’oro, solitamente a bassa caratura, lavorate finemente. In questo modo si utilizzava la minor quantità possibile di materiale, all’epoca molto più costoso della mano d’opera. In Italia sull’oro si montavano solitamente pietre vitree, perline e paste di vetro, rarissime le pietre preziose.
L’Inghilterra vittoriana, decisamente più prospera, poteva permettersi l’utilizzo di pietre preziose o semi preziose, come in questo caso.
Il granato poi è stato per la sua bellezza discreta e poco appariscente una delle pietre più apprezzate dalla severa società vittoriana; in alternativa, soprattutto nell’ancor più cupo periodo di vedovanza del lunghissimo regno della regina Vittoria, veniva utilizzato il giaietto, dal caratteristico nero lucido.

Descrizione

Imponente spilla vittoriana in oro a bassa caratura sbalzato e cesellato con granati.
Se la caratteristica più evidente di questa spilla sono le dimensioni (cm.6,3×5), ad uno sguardo più attento balzano all’occhio la lavorazione accuratissima e l’attenzione ad ogni particolare.
La gioielleria della seconda metà del sec.XIX ha elementi comuni in tutta Europa, ma assume nomi diversi nei vari Paesi.
In Italia viene genericamente definita “borbonica”, un po’ perché nel Sud Italia era più diffusa una certa gioielleria popolare, un po’ per convenzione. Si tratta comunque sempre di gioielli realizzati in lamine d’oro, solitamente a bassa caratura, lavorate finemente. In questo modo si utilizzava la minor quantità possibile di materiale, all’epoca molto più costoso della mano d’opera. In Italia sull’oro si montavano solitamente pietre vitree, perline e paste di vetro, rarissime le pietre preziose.
L’Inghilterra vittoriana, decisamente più prospera, poteva permettersi l’utilizzo di pietre preziose o semi preziose, come in questo caso.
Il granato poi è stato per la sua bellezza discreta e poco appariscente una delle pietre più apprezzate dalla severa società vittoriana; in alternativa, soprattutto nell’ancor più cupo periodo di vedovanza del lunghissimo regno della regina Vittoria, veniva utilizzato il giaietto, dal caratteristico nero lucido.